Trenta voti per respingere la mozione di sfiducia. Diciannove per sostenerla. Michele Emiliano non solo supera la prova dell’aula, ma ne esce puntellando una maggioranza persino più larga di quella che lo ha eletto. Perché meno di quattro anni fa, a suo favore poteva contare su ventisette voti. Non di più. Il terremoto politico e giudiziario che ha travolto “non la giunta” – come ripete costantemente – ma eletti e nominati nel perimetro del centrosinistra, si è rivelato per il governatore pugliese, un gran temporale.