TRIESTE Mentre parla ripensando a questi suoi primi dodici mesi da vescovo di Trieste, passando le dita sull’anello episcopale con le effigie volute da Paolo VI dove sono incisi Cristo, Pietro e Paolo sotto la croce, monsignor Enrico Trevisi riceve un messaggio al cellulare: «Come stai don Enrico?».
È un messaggio di un giovane triestino con una grave malattia. «Ecco, se devo descrivere il mio primo anno da vescovo di questa città... sono queste cose le cose che più mi hanno colpito, cioè le persone che ho incontrato ...