Mancano due mesi alle elezioni e la responsabilità di sottoscrivere un nuovo Patto di stabilità che imporrà all’Italia strette di bilancio da circa 13 miliardi l’anno non la vuole nessuno. È così presto spiegato il fuggi fuggi dei partiti italiani dal voto finale al Parlamento Ue sulla riforma della governance economica approvata a dicembre dal Consiglio europeo e su cui due mesi fa è stato raggiunto un accordo tra governi, Commissione ed Eurocamera. Il via libera definitivo è arrivato con 359 sì, 166 no e 61 astensioni.